Come gli alchimisti trasformavano il ferro in oro… voi potete trasformare l’oscurità in luce. Siete tutte benvenute.

venerdì 29 maggio 2009

Condiziona la tua intuizione

Sicuramente molte di voi avranno sentito parlare dell’ “intuitive eating”, il cibarsi in maniera intuitiva. Sembra una buona cosa. Sembra una cosa difficile. Sembra una cosa… interessante. Di che si tratta?

Bè, innanzitutto, per praticare l’alimentazione intuitiva in maniera propria, bisogna avere un buon intuito. Lavorare sull’intuizione.

Premetto: io non sono capace di seguire questo tipo di regime alimentare, anche se mi piacerebbe. Però questo non significa niente, magari qualcuna di voi riesce a farlo, poichè siamo tutte persone differenti, ed ogni persona è una storia a sè.

E per farlo, dunque, dovete innanzitutto avere la piena consapevolezza di ciò che è meglio per il vostro corpo e per la vostra salute, e farlo ad ogni costo. E, come certo saprete, questo è estremamente difficile. Se non riuscite a farlo, o comunque se il vostro corpo non è in grado di fornirvi i giusti segnali perché ancora troppo influenzato dalla vostra mente, non è ancora arrivato il vostro momento di praticare l’alimentazione intuitiva. Non vi porterebbe a conseguenze salutari.

Personalmente, per quello che è il mio carattere, attualmente mangiare seguendo l’ “equilibrio alimentare” che mi ha prescritto la dietista che mi segue e pesando tutto al grammo mi fa sentire più sicura. Però so che c’è chi viene stimolata ancor più a restringere da un’alimentazione così rigidamente programmata. Allora, potreste provare a mediare tra “equilibrio alimentare” ed alimentazione intuitiva. In questo modo, potrete avere comunque una certa libertà d’azione: potete concedervi qualcosa che desiderate, e allo stesso tempo seguire delle linee-giuda per essere sicure di non finire col restringere o coll’abbuffarvi per poi vomitare.

Integrando a poco a poco l’alimentazione intuitiva con l’ “equilibrio alimentare”, potreste imparare a capire il vostro corpo, ad ascoltare i suoi bisogni, ad ascoltare voi stesse senza preoccuparvi di uscire matte o di avere ricadute.

Potreste iniziare dapprima a svincolare alcuni alimenti dall’ “equilibrio alimentare”, per esempio quelli che vi danno meno ansia, evitando così di pesarli. Per esempio, potreste iniziare col pesare tutto meno che la frutta. E poi, a poco a poco, quando vi sentirete più sicure, allargare il raggio d’azione ad altri cibi.

Certo, non tutte siamo uguali. Ci sono persone che riescono ad applicare l’alimentazione intuitiva con successo fin dai primi tentativi, ed altre che invece fanno difficoltà. È perfettamente normale. Ed è giusto che ognuna segua la strada che la fa sentire più a proprio agio. Probabilmente l’alimentazione intuitiva non è per tutte. Sicuramente non è per me. Ma sono certa che per alcune possa funzionare più che bene, e dare un contributo fondamentale per svincolarsi dall’ “equilibrio alimentare”. Ovvio, ci vuole comunque pazienza. E ci vuole pratica. Iniziare l’alimentazione intuitiva di botto e su tutti i pasti del giorno non la definirei una buona idea… Magari potreste provare a farla per un paio di giorni, e guardare come reagisce il vostro corpo e il vostro peso, o discuterne con la vostra dietista/nutrizionista e vedere cosa può fare per darvi una mano.
Potrebbe essere un buon traguardo.

Certo, come ho già detto, l’alimentazione intuitiva richiede intuizione! ^___^

Consigli? Parlatene con la vostra dietista/nutrizionista e soprattutto con i vostri familiari. Spiegategli che state cercando di riconoscere i segnali del vostro corpo riguardo a fame/sazietà e tutto ciò che le riguarda, E guardate se questo modo di alimentarvi può esservi d’aiuto oppure vi riporta ad adottare condotte disfunzionali. Non arrabbiatevi, non rattristatevi, non sentitevi frustrate se non va al primo tentativo. Ci vuole tanto tempo per imparare ad ascoltare di nuovo il proprio corpo. Siate pazienti con voi stesse. Siate gentili. Lo meritate.

martedì 26 maggio 2009

Come uccidere una bilancia

ATTENZIONE: ELEVATO LIVELLO D'IRONIA!!

L’anoressia ci porta a combattere contro noi stesse in molteplici modi diversi, un gioco al massacro col nostro corpo dove non ci sono vincitori né vinti, ma solo sofferenza. I principali nemici oggetto di questa lotta senza tregua diventano così il nostro corpo, il cibo, le calorie, lo specchio… e la bilancia. Quella bilancia che con i suoi numeri sembra definirci e determinare il nostro umore giornaliero. Quella bilancia che diventa il giudice più spietato di ogni nostra azione. Quella bilancia che sembra avere il potere di dirci chi siamo e quanto valiamo.

Bene, è arrivato il momento di dire BASTA! Perché noi non siamo un numero, e non dobbiamo perciò più permettere che un numero ci rappresenti o ci influenzi. Non dobbiamo più permettere che una bilancia, un insieme di viti, bulloni, ingranaggi e lamine di plastica ci condizioni in alcun modo.

E allora, come sbarazzarsi della schiavitù che in un modo o nell’altro la bilancia c’impone? Bè, innanzitutto facendole tanto male quanto lei ne ha fatto a noi: UCCIDENDOLA. Perché decidere che VOGLIAMO fare a meno della bilancia è il primo passo per farne veramente a meno. Per troppo tempo il responso della bilancia ci ha mandate in pezzi… è giunto il momento di restituire la pariglia! Di mandare in pezzi la bilancia nel vero senso della parola… In questo video troverete pratiche istruzioni per l’eliminazione dell’odiato elettrodomestico.

Per la bilancia (e per l’anoressia!) è finita… per noi, una vita!

P.S.= Tutti i titoli presenti in questo video sono parodie di titoli di canzoni/film famosi…

P.P.S.= Un grazie speciale alla mia amica del cuore, Duccia, per avermi scattato le foto che compongono questo video… Sei stupenda, tesoro! Ti voglio tanto bene!!



E questi sono gli stralci delle canzoni (testo + traduzione) che compaiono nei vari "capitoli" del video... Tutte accuratamente scelte in quanto canzoni pro-ricovero!!

ACT. 1

"Was it the pull of the moon now, baby,
That led you to my door
You say the night’s got you acting crazy
I think it’s something more.
I’ve never felt the earth move, honey
Until you shool my tree
Nobody runs from the law now, baby
Of love and gravity, it pulls you so strong,
Baby, I gotta hold on
If I fall you’re going down with me
You’re going down with me, baby, if I fall
You can take back every little chill you give me
You’re going down with me, baby, heart and all..."

"Mi sentivo al settimo cielo, ragazza mia, (e immaginate che questo "ragazza mia" sia riferito all'anoressia!)
quando sei entrata nella mia vita
Mi avevi detto che ci sarebbero stati giorni e notti fantastiche
Ma adesso penso che ci sia qualcosa di meglio.
Non avevo mai sentito la terra muoversi, tesoro mio,
fino a che tu non hai messo radici dentro di me
Ma adesso non posso più correre via dalle regole in cui mi hai intrappolata, ragazza mia,
l’amore e il tempo ti hanno resa così forte
ragazza mia, adesso io devo tener duro
Se io cado, ti trascinerò giù con me
Giù con me, ragazza mia, se cado
Puoi riprenderti ogni singolo effimero brivido che mi hai dato
Giù con me, ragazza mia, trascinerò per terra tutto di te..."


ACT. 2

"Now, in life, there's gonna be times when you're feeling low
And in your mind insecurity seems to take control
We start to look outside ourselves for acceptance and approval
We keep forgetting that the one thing we should know is
Don't be scared to fly alone, find a path that is your own
Love will open every door, it's in your hands, the world is yours
Don't hold back and always know, all the answers will unfold
What are you waiting for, spread your wings and soar..."

"Certo, nella vita ci saranno momenti in cui ci sentiremo giù
E nella nostra mente l’insicurezza sembrerà prendere il sopravvento
Così inizieremo a guardarci intorno alla ricerca di accettazione ed approvazione
Continuando a dimenticare che l’unica cosa che dovremmo sapere è
Non aver paura di volare da sola, trova una strada che sia solo tua
Se ti vuoi bene aprirai ogni porta, tutto è nelle tue mani, il mondo è tuo
Non esitare e sappi sempre che tutte le risposte che troverai ti sveleranno
Quello che ti riserva il futuro, apri le tue ali e librati in volo..."


ACT. 3

"I wondered if I could trade my body with somebody else in magazines
Would the whole world fall at my feet?
I felt unworthy and would blame my failures on the ugliness I could see
When the mirror looked at me
Sometimes I feel like the little girl who doesn't belong in her own world
But I'm getting better
And I'm reminding myself
That a face without freckles is like a sky without stars
Why waste a second not loving who you are?
Those little imperfections make you beautiful, lovable, valuable,
They show your personality inside your heart
Reflecting who you are..."

"Mi chiedo: se scambiassi il mio corpo con quello di coloro che compaiono sulle copertine dei giornali
Il mondo cadrebbe davvero ai miei piedi?
Mi sono sentita inutile (indegna) e ho imputato i miei fallimenti alla bruttezza che vedevo
Quando mi riflettevo nello specchio
Talvolta mi sento ancora come una ragazza che non appartiene a questa realtà
Ma a poco a poco sto meglio
E cerco sempre di ricordare a me stessa
Che una faccia senza lentiggini è come un cielo senza stelle
Perché sprecare anche un solo secondo non amandoti per quello che sei?
Tutte quelle piccole imperfezioni ti rendono bellissima, adorabile, preziosa,
mostrano la personalità che c’è dentro il tuo cuore
riflettendo la vera te stessa..."


ACT. 4

"Oh, this road is long, this road is wide,
It takes more than luck to last the ride,
It takes strength and it takes courage to survive,
And did someone ever say to you,
"There's nothing bound in thought you cannot do?"
Well, I've seen some things but not all of them came true.
So I don't want to be the last, I don't want to be the first,
Don't want to be alone with my thoughts tomorrow,
And I don't want to be afraid, don't want to look away,
I'm learning to breathe,
No, I don't want to be the last, I don't want to be the first,
I just need a hope and a light to follow,
Like sailors look to stars to find their way home,
I'm learning to breathe on my own..."

"Oh, questa strada è lunga, questa strada è sconfinata
Ci vuole ben più che la fortuna per arrivare alla fine del percorso
Ci vuole la forza e il coraggio di vivere
E se qualcuno ti ha detto
“C’è qualcosa che tu pensi sia destinato a non poter essere realizzato?”
Bè, ho desiderato molte cose, ma non tutte queste si sono avverate.
Perciò io non voglio essere l’ultima, non voglio essere la prima
Non voglio restare da sola con i miei pensieri, domani,
e non voglio aver paura, non voglio abbassare lo sguardo
Sto imparando a respirare
No, non voglio essere l’ultima, non voglio essere la prima,
ho solo bisogno di una speranza e di una luce da seguire
come i marinai guardano le stelle per ritrovare la strada di casa,
io sto imparando a respirare da sola..."


ACT. 5

"Fight ‘til the end
’Cause your life will depend
On the strength that you have inside you
Ah, you gotta be proud,
staring out in the cloud,
When the odds in the game defy you
Try your best to win them all
and one day time will tell,
when you’re the one that’s standing there,
you’ll reach the final bell!
You’re the best around!
Nothing’s gonna ever keep you down
You’re the best around!
Nothing’s gonna ever keep you down
You’re the best around!
Fight ‘til you drop
never stop
can’t give up
’Til you reach the top (FIGHT!)
you’re the best in town (FIGHT!)
Listen to that sound
A little bit of all you got
Can never bring you down
You’re the best around!
Nothing’s gonna ever keep you down
You’re the best around!..."

"Combatti fino alla fine
Perchè la tua vita dipende
Dalla forza che hai dentro di te
Ah, sarai orgogliosa,
Guardando le nuvole,
Quando tutte le difficoltà del gioco ti sfidano
Fai tutto il possibile per avere la meglio
E un giorno il tempo ti dirà,
Quando sarai la sola ad essere arrivata fin qui,
che avrai raggiunto il tuo obiettivo!
Sei la migliore qui!
Niente avrà la meglio su di te
Sei la migliore qui!
Niente avrà la meglio su di te
Sei la migliore qui!
Combatti fino all’ultima goccia
Non fermarti
Non puoi mollare
Fino a che non avrai raggiunto la vetta (COMBATTI!)
Sei la migliore qua (COMBATTI!)
Ascolta quello che ti dico
Mettici un po’ di tutto quello che hai
E niente ti potrà abbattere
Sei la migliore qui!
Niente avrà la meglio su di te
Sei la migliore qui!..."


ACT. 6

"I can almost see it.
That dream I'm dreaming
But there's a voice inside my head saying you'll never reach it.
Every step I'm taking.
Every move I make feels
Lost with no direction.
My faith is shaking.
But I, I gotta keep trying.
Gotta keep my head held high.
There's always gonna be another mountain.
I'm always gonna wanna make it move.
Always gonna be an uphill battle
Sometimes I'm gonna have to lose.
Ain't about how fast I get there.
Ain't about what's waiting on the other side.
It's the climb..."

"Riesco più o meno a vederlo.
Quel sogno che sto sognando
Ma c’è una voce dentro la mia testa che mi sta dicendo che non lo raggiungerò mai.
Ogni passo che sto facendo.
Ogni movimento che compio mi fa sentire persa
Senza alcuna direzione
La mia speranza traballa
Ma io, io continuerò a provare
Continuerò a tenere la testa alta
Ci sarà sempre un’altra montagna
Dovrò sempre combattere per andare avanti
Ci saranno sempre battaglie difficili
E qualche volta capiterà che perderò
Non conta quanto in fretta arriverò in vetta
Non conta quel che mi sta aspettando dall’altra parte
Questa è l’arrampicata..."

sabato 23 maggio 2009

La bellezza secondo me - Un'opinione discordante

Molto facile confrontarsi con le persone che la pensano come noi: sicuramente non si corre il rischio di venire contraddette, e sicuramente ciò che diciamo non viene messo in discussione.

Penso però che sia giusto ed importante anche dare voce a chi ha idee diverse, in maniera tale da poter avere un confronto ed esaminare le cose sotto ogni punto di vista.
Questo blog è nato come un punto di condivisione, perciò penso sia corretto dare spazio ad ogni punto di vista.

Tornando dunque sul tema “La bellezza secondo me”, voglio pubblicare un ultimo concetto di “bellezza” che mi è arrivato. Un’opinione in disaccordo, controcorrente rispetto a quelle che ho pubblicato finora. Un parere su cui penso sia comunque giusto discutere.

CLARA SUTHERLAND
“Ora potete sputarmi in faccia, offendermi, ma il mio più grande pregio è la sincerità, non ci sono proprio a dire bugie (e neanche a scriverle...)
Per me la magrezza è bellezza, non importa il viso, non importa il colore degli occhi o dei capelli come non importa il carattere.
Tutte le mie amiche sono rigorosamente più grasse di me, tutte le volte che mi si è avvicinata una più magra l'ho mandata a quel paese.
Scusate, ma la falsità non mi piace...


Cara Clara Sutherland, hmmm, vediamo… Non hai scritto parolacce, non mi hai offesa, non hai offeso persone a cui voglio bene: quindi per quale motivo dovrei io sputarti in faccia od offenderti? Finche le cose vengono dette nel rispetto reciproco, sono benaccette tutte le opinioni. Io non offendo, non sputo (non mi sono ancora trasformata in un lama), semmai discuto. Che è quello che faccio sempre. Che è proprio quello che intendo fare anche questa volta con te.

Leggendo le tue parole, la prima cosa che mi è venuta da pensare è che tu abbia la coda di paglia. Sì, perchè nonostante tu ostenti la tua sincerità, penso che tu non abbia detto le cose come stanno fino in fondo… Diciamo che hai detto solo una parte della verità, quella che ti faceva comodo. Del resto, se tu ti sentissi perfettamente convinta della veridicità di quello che hai scritto, perché mettere le mani avanti dicendo “ora potete sputarmi in faccia, offendermi” ? Di fronte a un’affermazione del genere, mi sembra abbastanza evidente che tu stessa non sei convinta di quello che scrivi. Se fossi sicura di avere ragione e di dire esattamente quello che pensi, non sentiresti il bisogno di giustificarti.

Ma, a parte questo, veniamo alla tua riflessione. Più che riflessione, mi sembra che tu abbia cercato di mettere insieme una serie di luoghi comuni ai quali tu per prima tenti disperatamente di credere, poiché evidentemente – e di questo mi dispiace, e te lo dico anch’io con sincerità – stai vivendo una situazione in cui non stai bene con te stessa, in cui non ti piaci, e quindi DEVI credere che la magrezza ti porterà la bellezza, perché sennò non sapresti come fare ad andare avanti.

Il problema nasce nel momento in cui, in realtà, dentro di te, anche se magari in questo momento non lo vuoi ammettere perché se lo ammettessi ti crollerebbe tutto il castello di carte che hai faticosamente costruito, tu sai perfettamente che non è vero. Anche perché, mettiamo le cose sul semplice: c’è una tipa di 40 Kg che è una testa di cazzo, approfittatrice, opportunista, ipocrita, bugiarda, infida, pettegola, frivola, che parla male di te appena giri le spalle, ed è pure un po’ troia. Pensi che questo sia il ritratto di una bella persona? Vorresti essere sua amica? Se mi rispondi “SI” e ne sei sinceramente convinta, posso solo consigliarti l’indirizzo del manicomio più vicino…

Scrivi che le tue amiche sono grasse… Però le definisci “amiche”… e qui ti contraddici da sola: se davvero sei convinta che la magrezza è bellezza, che ci stai a fare con delle bruttissime persone grasse? Non possono piacerti!! Eppure, se le definisci “amiche”, devi trovare qualcosa di bello in loro, sennò sarebbero semplici conoscenti o tipe che incontri per sbaglio per strada e che neanche saluti… Quindi, quelle tue amiche sono belle persone anche se sono grasse? Ma come?, o non hai detto che l’essere belle persone è correlato solo ad un fatto di magrezza?... La contraddizione è evidente. Per questo ho esordito dicendo che non (ti) stai raccontando tutta la verità fino in fondo.

È ovvio che in questo momento allontani le persone più magre di te… ma non per un fatto di bellezza/bruttezza, ma semplicemente perché, come già ho scritto, in questo momento le ragazze magre ti rimandano a un’idea di come secondo te DOVRESTI essere perché pensi che questo ti farebbe più felice e ti farebbe stare meglio con te stessa…

Spero che non sarà troppo tardi quando comincerai a raccontarti davvero la verità, e ti accorgerai che non è così…

Ti abbraccio forte,

Veggie

mercoledì 20 maggio 2009

Nulla da perdere

Rileggendo ciò che ho scritto nel post precedente, anche a un anno di distanza da quel 17 Maggio, mi rendo conto che, inizialmente in maniera inconsapevole, quello è stato davvero il giorno in cui tutto è ricominciato – o forse, più semplicemente, il giorno in cui tutto è cominciato.

Quella serata è stata senza dubbio come un’oasi in mezzo al deserto dell’anoressia. E lo è tuttora, nei miei ricordi.

Ogni volta che riguardo la mia fotografia insieme alle t.A.T.u., fotografia che insieme a tante altre di queste cantanti è appesa su una parete della mia camera, mi si apre il cuore di fronte al ricordo della determinazione che in quel momento ho mostrato. Una volta tanto, nella mia vita, ho raggiunto quello che volevo: mi sono aggrappata a un impermeabile e mi sono fatta avanti senza pensarci due volte in mezzo a una folla che solitamente mi sembrava (e spesso tuttora mi sembra) pericolosa ed ostile.

Ho fatto un qualcosa che, al solo ripensarci adesso, mi sembra davvero impossibile. E allora non posso fare a meno di chiedermi: che differenza c’è tra “disperazione” e “speranza”? Spesso è dalla disperazione più profonda che hanno origine gli atti meno ponderati e più inusuali, che sono quelli che successivamente, non si sa bene come mai, ci salvano per qualche minuto o per una vita.

Io che mi aggrappo all’impermeabile di Lena… mi rivedo, mi rivedo con gli occhi della mente mentre lo faccio, con in testa la frase tipica della disperazione-speranza: “tanto non ho niente da perdere”.

È quella frase lì che ogni volta mi colpisce, mi scuote e mi muove. Se ho qualcosa da perdere allora no, allora ci penso troppo, e poi sto immobile nel tentativo di proteggere le mie briciole. Ma se sento di non avere niente, di aver perso tutto e forse di non avere mai avuto veramente nulla… allora mi aggrappo agli impermeabili, la calca non mi fa paura, fuck it fuck it fuck it, arrestatemi, picchiatemi, uccidetemi, rinchiudetemi, tanto non me ne frega un cazzo, l’importante è aver toccato quell’impermeabile che rappresenta un attimo (quell’attimo che neanche ricordavo fosse mai esistito) di vita senza ossessioni, senza anoressia. E dunque probabilmente di vita. Punto. Non ho altre parole.

Certo, in un secondo momento poi si sente sempre quanto sia tosto il contraccolpo. Ma in quell’occasione io ho dimostrato a me stessa di avere i coglioni ed i controcoglioni. Ed è così che, all’alba di quella serata, mi sono detta: “Se posso farlo per questo, forse un giorno riuscirò a farlo anche per altre cose. Forse un giorno riuscirò a farlo anche per l’anoressia”.

Ma quel giorno era già arrivato, anche se io non me ne rendevo ancora conto. Avevo già fatto il primo passo.

In quell’occasione mi sono resa conto che l’ostinazione metodica che avevo messo nel distruggermi si poteva capovolgere, si poteva indirizzare in maniera diversa. Ciò che ho fatto in quella notte me l’ha dimostrato.

Sì, sono una personcina ostinata. Pochissime volte, come al concerto, determinata, il che è ben diverso. Nel primo caso si batte forte la testa sullo stesso muro con i pugni chiusi, cercando di rompere o il muro o la testa. Nel secondo si corre, si corre senza guardare indietro, si corre urlando vaffanculo a tutto perché dobbiamo raggiungere qualcosa – qualcosa di piccolo e di insensato per tutti ma non per noi – e quello che ho raggiunto un anno fa rappresenta qualcosa di enorme per me…

Dream comes true… even if just for a moment…





(Io con un po' dei miei CD delle t.A.T.u. ... ^__^ )

domenica 17 maggio 2009

Il primo giorno del resto della mia vita



Questa è la storia di un incontro che non dura una vita, ma la cambia per sempre. Questa è la storia del 17 Maggio 2008. Questa è la storia del primo giorno del resto della mia vita.

C’è un momento nella vita in cui si aprono gli occhi. Si aprono gli occhi e si vede la luce. È il momento in cui si dice basta. È il momento in cui si sceglie di cominciare a combattere. A combattere per noi stesse, e non più contro noi stesse. Il momento in cui si decide di dire addio all’anoressia, si fa inversione a U, e s’inizia a mettere piede, per la prima volta sul serio, sulla strada del ricovero. Il mio momento è stato esattamente un anno fa. Il 17 Maggio 2008. Sì, il primo giorno del resto della mia vita.

Reduce da un periodo d’anoressia veramente brutto, da una ricaduta di quelle pese, in questo giorno, l’anno scorso, sono andata a San Bonifacio, dove le t.A.T.u., le mie cantanti preferite, si sarebbero esibite in un live nel locale Club Skylight. Avevo esitato tanto prima di prendere questa decisione, ma alla fine avevo deciso di andarci. Con i sentimenti contrastanti, i pensieri contrastanti, ma ci sono andata. Mio papà scherzava, diceva “E’ il richiamo del fan, ti ci vuole questo per scollarti di casa!”, ma io penso sul serio che ci sia stato del vero in questo. Ma non era solo questo. Era di più. Non semplicemente il richiamo del fan, bensì il richiamo di qualcosa di più profondo, forse di nuovo la ricerca di un appiglio per non sprofondare, per provare a tenersi a galla anche solo per una sera. Per ritrovare qualcosa che è stato salvato da tutto, e che è rimasto nonostante tutto. Pensandoci, mi sono accorta che non mi veniva in mente nient’altro di cui potessi dire la stessa cosa. Perciò alla fine ci sono andata.

E mi sono detta che ci dovevo andare come si deve, con la camicia bianca e la cravatta a quadretti scozzesi, com’era stato quando avevo sentito per la prima volta una loro canzone, com’era stato quando volevo andarle a vedere al Festivalbar, com’era stato quando avevo 14 anni e cantavo le loro canzoni e m’immedesimavo in loro ed avrei voluto essere come loro ed avrei voluto essere con loro e mi ero comprata pure la minigonna a pieghe come la loro. Così mi sono messa la camicia bianca e la cravatta a quadretti scozzesi, e sono andata al Club Skylight, e quando sono arrivata lì era quasi la mezzanotte.

Sono scesa e mi sono diretta verso l’ingresso del locale con le nocche che mi erano sbiancate da quanto stringevo forte il biglietto. Solo che all’ingresso c’era una marea di gente che faceva la fila per entrare, fila per modo di dire visto che più che altro era una calca assiepata all’ingresso con la gente che cercava d’introdursi per prima, ma che fretta avranno avuto, mi chiedevo io, che avevo solo voglia di venire via da lì. E ho cominciato a domandarmi: ma che cavolo sono venuta a fare. Perché io non ce la faccio, però sono sempre in tempo a tornare indietro. E in prima battuta l’ho fatto. Girato il culo e tornata alla macchina. Il mio riflesso sul finestrino della macchina mi guarda beffardo come a chiedermi: già finito? E io a rispondergli: ho dimenticato il documento, non ti lasciano passare se non dimostri che sei maggiorenne. Il documento ce l’avevo in tasca, però. Perciò ho preso la borsa, ho tirato fuori il post-it, e me lo sono infilato in tasca velocissimamente. Tanto per mentire anche di fronte a me stessa. Divertiti, mi dico mentre richiudo lo sportello della macchina. E con questo mi frego da sola perché non posso più tornare indietro col pretesto che ho dimenticato qualcosa. Cosa, poi? Il biglietto? La penna per farmi fare l’autografo? Il coraggio? Va bene, porca puttana, ritorno all’ingresso. Calca uguale a prima. Medito uno svenimento tattico (ma anche fisiologico, considerate le mie precarie condizioni fisiche), poi opto per una fessura laterale in cui riesco a scorrere più o meno senza problemi. Data la shilouette. Ah, ah, ah. Mi ritirano il biglietto, e così sono entrata.

Premessa: mia prima volta in un locale. Scenario: una bolgia di persone che sta stipata in una misera pista da ballo con luci stroboscopiche, caldo, odore di chiuso, di sudore e musica tunz-tunz a tutto volume. Ho resistito per circa 7 secondi e 36 decimi. Dopodichè ho mandato a fanculo le t.A.T.u. (che prima delle 2 non sarebbero arrivate) e mi son detta che l’unica cosa che dovevo fare era cercare una via d’uscita. Ero assolutamente certa che se fossi rimasta lì anche solo 2 secondi in più mi sarei messa a gridare. La cosa positiva, nella fattispecie, era che anche se l’avessi fatto, causa musica, non mi avrebbe sentito nessuno.

Insomma, sono riuscita più o meno a strisciare fino al cesso. C’erano 3 toilette, quindi non rischiavo di fare l’occupazione a oltranza: mi sono infilata in una e mi sono chiusa dentro. Lì ho ricominciato a respirare. Mi sono detta che sarei uscita solo quando il locale si fosse svuotato. E a fanculo tutto il resto. Da una parte pure mi dispiaceva essere arrivata fin lì per poi non vedere niente, però stavo davvero troppo male a stare nel mezzo agli altri, e quel cesso era così tranquillo rispetto a tutto il resto, lì davvero non mi vedeva nessuno, potevo respirare. Allora mi sono appallottolata sul pavimento, testa tra le ginocchia e braccia intorno, e mi sono messa a raccontarmi la trama dell’ultimo libro che avevo letto, ma con calma, tanto per impegnare il tempo. E non lo so per quanto tempo sono rimasta così, ma riuscivo solo così a respirare, quindi ci sono rimasta.

E poi ho sentito il DJ che annunciava l’esibizione delle t.A.T.u. e nell’aria hanno risuonato le note della prima canzone che hanno cantato: Loves me not. E io ho sentito che erano loro, che erano lì, che c’erano veramente, e che forse c’era anche un altro posto dove poter respirare, anche solo per un attimo. Nei loro occhi. Ho pensato con tutta la gente che c’è però non riuscirò a vederle neanche da lontano. Ma è il richiamo del fan. O è qualcosa di più profondo, non so. È quel qualcosa che ti dice ogni lasciata è persa, che se vuoi qualcosa nella vita devi darti da fare e prendertela, che non si può tornare indietro ma che c’è qualcosa che si salva e che se è l’unica cosa che si salva nella tua vita che è andata completamente a puttane allora merita di essere salvata. Se è l’unica cosa che può farti essere qualcosa. Forse te stessa.

Sono uscita dal cesso, e il palco era lì, non lontano ma a poco più di 5 metri, con loro, le t.A.T.u., che erano lì sopra e cantavano, e quelle parole anche se non le avevo più cantate le ricordavo, le ricordavo tutte, dalla prima all’ultima, e mi sono messa ad intonarle insieme a loro. Insieme a loro e a una miriade di altri fan, si capisce. E in prima battuta mi ha fatto strano, perché finora le loro canzoni le avevo sempre ascoltate nell’intimità della mia stanza, ed era stato sempre un po’ come se le cantassero solo per me, invece adesso le t.A.T.u. stavano cantando per tutti e non lo sapevano neppure che io c’ero. Ma io c’ero. Forse è stato proprio quello il punto. Io c’ero e ho sentito che c’ero. Ho sentito che c’ero mentre cantavo, mentre le guardavo, mentre mi veniva involontariamente da sorridere, mentre tornavo quattordicenne anche solo per il tempo di qualche canzone. C’erano anche gli altri, ma gli altri sono spariti e siamo rimaste solo io e le t.A.T.u., io e loro, io spezzata, frantumata, lacerata, rotta dentro, loro bellissime, splendenti, sorridenti, semplicemente "perfette" come la loro musica… eppure una cosa sola. Loro cantavano, io cantavo e mi sono dimenticata di tutto, compresa l’anoressia.

Non riesco a descrivere come mi sono sentita… diversa eppure me stessa, autentica. Lì, in tanti, in mezzo ad un entusiasmo indescrivibile al quale partecipavo anch’io. Non c’era più distinzione tra dove finivo io e dove cominciavano gli altri. Eravamo solo io e loro, come se fossi stata sul palco a cantare con loro, come se stessero cantando di nuovo solo per me. E sono stata bene. Non ho sentito più niente e sono stata bene. La musica mi è entrata dentro e mi ha fatta vibrare. Ho continuato a cantare, e tutto era in perfetta sintonia, una sorta di oceano umano di cui io non ero che una goccia in un grande mare in cui eravamo tutti confusi. I bisogni annullati, i pensieri cancellati. Niente più paura né solitudine, solo una meravigliosa sensazione di essere lì insieme a loro 2, di calore e di assenza di desideri: tutto si stava già realizzando. Hanno cantato 10 canzoni ed io con loro, persino la mia preferita, Not gonna get us, ed è stato semplicemente meraviglioso. Solo quando loro hanno salutato ed i riflettori sono calati sono stata assalita da un’ondata di panico, la consapevolezza che adesso era finito tutto e che ricominciavo a precipitare, che la gente era tornata tutt’intorno e non potevo più respirare ma solo soffocare.

E allora, senza neanche pensarci, ho fatto la cosa, l’unica che in quel momento avrei potuto fare, l’unica che sentivo possibile, l’unica ancora di salvezza: nel momento in cui loro sono sparite dietro le quinte mi sono lanciata all’inseguimento. Ho sgomitato come una forsennata tra la calca, a testa bassa come quando bisogna prendere il primo tram o si perde il treno, alla faccia di tutto e di tutti. Se vuoi qualcosa nella vita, ragazza mia, se vuoi qualcosa nella vita, lascia che te lo dica, datti da fare e prenditela, cazzo.

Semplicemente non ci ho pensato, ma quando sono arrivata loro si stavano già dirigendo verso i camerini, con tanto di bodyguards a corona. Ho continuato a non pensare. O forse sì, ma solo per o la va o la spacca. E io sono andata. Di corsa. Ho afferrato Lena per il retro dell’impermeabile ancor prima che qualcuno – io stessa – potesse accorgersi di quello che stava succedendo. Lei si è voltata e altrettanto hanno fatto i 3 bodyguards, lanciandomi le occhiate di chi riconosce l’assassino di John Lennon. Oddio cosa sto facendo. Adesso mi pestano. Scappo. E invece no. Invece sono rimasta lì, immobile, più perché a quel punto ero terrorizzata che non per coraggio. Se mi avessero conficcato un’accetta in testa prendendo la rincorsa, probabilmente sarei rimasta lì a beccarla in pieno. Ma poi Lena ha detto “No, it’s okay”, mi ha sorriso mi ha preso la mano e siamo entrate in un privée. Io semplicemente non credevo che stava succedendo davvero, e avrei voluto dire un milione di cose ma ero come paralizzata e non mi usciva niente.

Mi hanno fatto gli autografi su una locandina, Yulia mi ha preso dalle mani la macchina fotografica e l’ha data a un bodyguard che ha scattato. E io pensavo a un miliardo di cose, e io non pensavo a niente, e io volevo dire tante tantissime cose ma le parole si erano bloccate da qualche parte e non volevano saperne di uscire… Tutte le volte che, in passato, avevo immaginato di parlare con loro, tutti i discorsi che mi ero costruita con cura in inglese e in russo, tutto quello che mi passava per la testa era fermo lì, non arrivata alla lingua. E poi un bodyguard mi ha rimesso in mano la macchina fotografica e mi ha allontanata in maniera spiccia, fine di tutto, tutte le parole bloccate dentro, e non sono riuscita a dire niente, e ho continuato a guardarle mentre mi allontanavo sospinta, e loro sorridevano, e io penso che quel loro sorriso me lo ricorderò per sempre, quel loro sorriso che per un attimo mi ha fatto dimenticare tutto e mi ha fatto sentire “normale” io me lo ricorderò per sempre. E poi gliel’ho detto: “Cпасибо”. Grazie. Ma ero troppo lontana e sicuramente non mi hanno sentita. Ma non importa. Sono riuscita a dirglielo. E spero che i miei occhi gli abbiano detto quello che la voce ha taciuto. I loro sì.







Certo, poi sono tornata alla mia vita ordinaria. Ma per un attimo, c’era stato qualcosa. Non m’importa se era stata solo un’ora a cantare le loro canzoni, o pochi secondi di pazzo inseguimento, o l’istante di uno scatto fotografico. C’era stato. E io ho sentito che poteva esserci ancora. Ho sentito che potevo ricominciare. Ho sentito che quello poteva essere il primo giorno del resto della mia vita. Perché, per un attimo c’era stato qualcosa. Quell’attimo, sì, quell’attimo. Qualsiasi cosa succeda, sarà dentro di me. Per sempre. Навсегда.

giovedì 14 maggio 2009

La bellezza secondo me - Take 6

Indovinate un po' chi è l'autrice di quello che state per leggere?!!... ^___^"

"Non è il volto, ma la sua espressione. Non è la voce, ma il modo di parlare. Non è come ti sta quel corpo, ma le cose che ci fai. Tu sei bellissima."
(tratto da un'intervista alle t.A.T.u.)



Ci sono cose che non si riescono ad esprimere con le parole. Ci sono cose che si hanno in testa, ma che non si riescono a tirare fuori. Ci sono cose che nella mente appaiono grandi, enormi, importanti, e che nel momento in cui si prova a tirarle fuori, le parole le immiseriscono, riducendole a non più che a grandezza naturale. Come accade con la mia idea di bellezza, per l’appunto. Per questo mi è difficile scriverne. Se dovessi dire che cos’è la bellezza secondo me… bè, non troverei mai le parole giuste. Però penso che potrei spiegarlo con un esempio.

Qualche giorno fa ero all’università e, in un momento di pausa tra una lezione e quella successiva, ho deciso di far un giro pesca intorno all’ospedale, giusto per ammazzar un po’ il tempo. Quindi stavo passeggiando – iPod alla mano, canzoni delle t.A.T.u. sparate nelle orecchie – quando un particolare ha attirato la mia attenzione: al margine di un marciapiede era accoccolata una ragazza che stava armeggiando con la catena di una bicicletta. Mi sono fermata e l’ho guardata. Capelli castani chiari, ricci, zainetto EastPak rosso scaricato per terra accanto alla bici, mani che si muovevano concitate, più o meno la mia età, no, forse qualche anno in più, sui 28 – 30, aria arrabbiata e scoraggiata. Una sorta di istantanea in un attimo lunghissimo in cui il tempo si ferma, ho pensato. Le macchine continuavano a correre per strada, la gente continuava a camminare sul marciapiede, ma io ero immobile e così pure quella ragazza, immobile nella sua meccanica di gesti ripetitivi e nella sua espressione sconsolata. Ho provato a proiettarmi al suo posto. Dopodichè mi sono avvicinata a lei e le ho detto: “Hai bisogno di una mano?”. Uscita stupidissima, lo so, ma non sapevo come rompere il ghiaccio… “Magari!” ha sbuffato lei, alzando il volto arrabbiato ed imbronciato verso di me, con il che ho poggiato la mia borsa a terra e mi sono accovacciata di fronte a lei, dall’altro versante della bicicletta. Era uscita la catena, e la presenza del carter rendeva estremamente difficile il rimetterla al suo posto. La ragazza ha borbottato qualcosa sul fatto che stava perdendo la lezione e con la bici in quelle condizioni non sapeva neanche come fare a tornare in stazione. Io non me ne intendo di biciclette. Non ho mai riparato una bicicletta in vita mia. E, tendenzialmente, sono imbranata. Non capivo proprio cosa ci facevo lì accoccolata per terra, perché mi era venuta l’idea di aiutarla, e cos’avrei potuto fare se non peggiorare ulteriormente le cose. ‘Faccio un paio di tentativi, non si approda a nulla, e do forfait’, ho pensato. In fin dei conti, avrei avuto almeno l’attenuante dell’averci provato. E stavo per mettere le mani un po’ a casaccio sulla catena, quando la ragazza ha alzato gli occhi dal carter e mi ha guardata. E io ho visto un’infinità di cose in quello sguardo. Un infinità di parole taciute ma ugualmente espresse. Una muta richiesta d’aiuto, di appoggio, di sostegno, di cooperazione, di fai qualcosa tu perché io sono alla frutta… Ci brillavano le lacrime, in quegli occhi. E allora non lo so cos’ho pensato. So solo che mi sono detta che l’avrei aiutata ad ogni costo, e non mi sarei schiodata da lì finché non avessi rimesso quella catena al suo posto, avessi dovuto impiegarci i 3 giorni successivi. Forse, chissà, da qualche parte qualcosa di è mosso… o forse è solo la forza che ti dà la determinazione… fatto sta che ho infilato le dita dentro quel dannato carter, sporcandomele tutte, fino a farmi male con i dentini della catena… ma non ho mollato, e alla fine la catena è tornata al suo posto. Non so come ci sono riuscita, e so invece per certo che se qualcuno mi chiedesse di rifarlo anche adesso, non ne sarò mai più capace… ma l’altro giorno, per quella ragazza, tutto solo per lei, ce l’ho fatta. “A posto!” le ho detto ritirando le dita fuori dal carter mentre la catena riprendeva a girare. “Davvero?!?” la sua voce aveva un che d’incredulo e di speranzoso allo stesso tempo. Ha girato il pedale con la mano per assicurarsi che fosse tutto vero, ed ha avuto la sua conferma. Sorrideva, adesso. E il tempo si è fermato di nuovo, per un altro di quegli attimi fugaci eppure eterni. E allora ho alzato lo sguardo verso di lei, e per la prima volta l’ho vista. L’ho vista davvero. I suoi capelli, il suo volto, la sua aria sollevata, felice, e poi i suoi occhi, il suo sorriso. La luce che le veniva da dentro e la illuminava tutta. E ho pensato: 'Cazzo, ma è bellissima!'. Ecco. Ed era veramente così. Bellissima. Ma bellissima davvero. Così bella, accipicchia, così bella. Da mozzare il fiato, dico sul serio. Ho continuato a fissarla senza riuscire a staccare lo sguardo. E poi lei ha rivolto quel sorriso bellissimo, quegli occhi così pieni di luce verso di me, e mi ha detto: “Grazie!”. Io ho continuato a pensare che quella ragazza era veramente bellissima in quel momento. Ero così rapita nell’osservarla, che non sentivo neanche più male alle dita. E all’improvviso, non so perché, mi è venuto da pensare che, magari, anch’io in quel momento ero bellissima. Sì, bellissima, anche se accoccolata per terra, con i capelli in disordine, i jeans sporchi per la polvere del marciapiede, le dita tagliuzzate e ricoperte del grasso nero della bici. Io e quella ragazza, due persone diverse, una cosa sola, un attimo infinito. E lei, in quel momento, in quel momento e per sempre, lei bellissima.

Nell’oceano incasinato in cui nuoto ogni giorno, quella ragazza è stata una goccia di bellezza.

E questo ha dato un senso. E io ho sentito che aveva un senso. Che questa vita è un mucchio di tessere di un puzzle assolutamente random, ma ogni tanto c’è un tassello che va al posto giusto. E questo è il risultato: la bellezza.

lunedì 11 maggio 2009

La bellezza secondo me - Take 5

Ecco qua, ancora le vostre opinioni sulla "bellezza"!! Grazie a tutte!

SANDY
"Credo che la bellezza sia semplicità, un modo di essere, di esprimersi, di fare e ognuno a suo modo, con un suo stile, con il suo carattere...
Credo che non sia data dai Kg che abbiamo o da ciò che indossiamo,
Credo che dei jeans "D&G" non mi rendano migliore se poi non riesco a pensare alle persone che fanno parte della mia vita e a quelle che potrebbero farne parte se solo io fossi un po’ meno egoista...
CREDO CHE LA BELLEZZA SIA QUALCOSA DI INDESCRIVIBILE E CHE OGNUNO E’ BELLO A SUO MODO PERCHE’ SE FOSSIMO TUTTI UGUALI (PELLE E OSSA O QUELLE CHE LE RAGAZZE “PRO-ANA” DEFINIREBBERO BALENE) LA BELLEZZA NON ESISTEREBBE PERCHE’ SAREBBE LA NORMALITA’ DELLA NOSTRA VITA...
UN PO’ COME RESPIRARE: DIVENTEREBBE NORMALE E QUINDI LA DAREMMO PER SCONTATA!
LA BELLEZZA E’ DATA NON SOLO DA CIO’ CHE SIAMO NOI MA DA CIO’ CHE SENTE CHI CI AMA QUAND'E’ CON NOI...
IL RESTO NON CONTA O COMUNQUE E’ POCO IMPORTANTE...
LA BELLEZZA DELLE MODELLE E DEGLI STILISTI NON CONTA PERCHE’ NON SONO LORO A DECIDERE MA NOI!!!
BASTEREBBE UNIRSI E TUTTE INSIEME SMETTERLA DI COMPRARE TAGLIE DEL TIPO LA 36 O LA 38 (E SOPRATTUTTO FINIRE I DIGIUNI ASURDI PER POTER RIENTRARE IN QUELLE TAGLIE) E ALLA FINE SMETTEREBBERO TUTTI DI PRODURLE E TUTTI CAPIREBBERO FINALMENTE CHE NON SI E’ BELLI PERCHE’ SI E’ SIMILI AGLI ALTRI MA SI E’ BELLI PERCHE’ SI è SE STESSI: UNICI NEL NOSTRO GENERE!!!
BELLI CI SI SENTE, NON CI SI E’. Come dice Veggie, "NN PIACERSI è UNA VERA E PROPRIA CONDANNA"... per piacersi bisogna essere ingenui, vanitosi o sicuri di sè
Se c'è una cosa che ho imparato è che "ANCHE I MIGLIORI SONO LONTANI DALLA PERFEZIONE"...
Lo tengo a mente per non dimenticarlo mai..."

MARTINA
"Cos'è la bellezza per me... mi viene in mente un'espressione che i francesi usano spesso "etre bien dans sa peaux"... sentirsi bene nella propria pelle.
Penso che la bellezza sia una sensazione tutta personale di equilibrio ed armonia. Non è uno stato fisico, ma mentale… per cui varia continuamente. Non lo so... a volte mi capita di sentirmi bella solo perchè fuori c'è il sole, perchè ho dei bei programmi per la giornata o sono insieme ad amici spensierata e sorridente...poco importa in quei momenti se sono in tuta, con le mie scarpe da tennis vecchie e bucate, ma a cui sono molto affezionata (già… ho questo vizietto di affezionarmi un po’ troppo a tutto...).
Insomma si sa che la bellezza è relativa, ma tendiamo sempre a pensare che sia relativa allo sguardo degli altri, io credo che sia lo sguardo con cui noi stesse ci percepiamo che è relativo. Rimandiamo agli altri l'immagine che abbiamo di noi... un'immagine che può cambiare tante di quelle volte al giorno da farci venire il mal di testa!
La bellezza non è qualcosa che o si ha o non si ha, ma qualcosa che bisogna imparare a riconoscere e a trasmettere, prima di tutto a noi stesse!"

FRANCESCA
"Premettendo che non ho le idee molto chiare su questo punto...
Secondo me la bellezza non è in generale una caratteristica intrinseca, ma qualcosa che si manifesta in momenti particolari... una persona è bella quando lascia intravedere la sua essenza, quando smette di essere concentrata su se stessa e si lascia cogliere in un attimo di serenità, quando riesce a stabilire un contatto con chi le sta intorno, quando sorride per esempio...
Quella stessa bellezza la ritrovo in particolari situazioni, in un tramonto, in un teorema di algebra (^_^), in un profumo, in un libro o in un film o in un momento di serenità senza motivo... quando anche io riesco a distaccarmi da me stessa per essere completamente assorbita dall'interesse per qualcosa di esterno...
Non ci ho mai riflettuto molto e non saprei dire se la mia sia stata una ricerca di bellezza, però pensandoci adesso direi che il mio obiettivo non era tanto la bellezza quanto il rientrare in determinati canoni che mi avrebbero permesso di essere accettata, dagli altri e quindi da me stessa, anche se ritenevo quei canoni distorti e sbagliati... ma forse, in un certo senso, la mia è stata anche una ricerca di bellezza, perchè l'inadeguatezza che mi sentivo (sento, a volte) addosso era il contrario di quello che considero bellezza... mi sentivo goffa, sgraziata, ingombrante… anche e soprattutto a livello morale… troppo attaccata a me stessa, sempre e comunque concentrata su me stessa... e l'anoressia è stata forse (tra le altre cose, perchè non credo di poter linearizzare così un problema tanto complesso) una ricerca di distacco... volevo disperatamente mostrare il mio disinteresse per ciò che era il mio corpo, materialmente... e quindi un disinteresse verso i suoi bisogni fisici... e alla fine ho ottenuto l'effetto contrario: quel corpo da cui cercavo il completo distacco è divenuto alla fine l'unico oggetto dei miei pensieri... e io stessa ero diventata solo “un corpo”."

CLAUDIA
"La "bellezza" certamente è un tema cruciale per chiunque abbia sofferto di disturbi alimentari...
Non si tratta di bellezza esteriore, o almeno quella è un pretesto.
Io personalmente so che se dimagrisco non sarò più bella agli occhi degli altri, e forse nemmeno ai miei, ci sarebbero molte altre cose che potrei fare per abbellire la mia persona che non affamarvi, vomitare ecc...
Purtroppo ci sono ancora dentro in pieno a queste cose, sto cercando di farmi aiutare ad aiutare me stessa ad uscirne. Non vedo molta luce in questo senso, ma non voglio smettere di cercarla, se non altro per mantenere la mia mente aperta ad altro, ad altri, che non sempre ossessivamente concentrata su me stessa...
"La bellezza salverà il mondo o lo farà impazzire di desiderio".
è il mio personale adattamento di una frase di Dostoevskij...
Questo invece è un estratto di un post che avevo scritto tempo fa a riguardo, anche se lo trovo un pò forzato in certi punti...
Penso troppo al senso della bellezza. Perché se ne parla così poco? Perché nei discorsi della gente compare così di rado la parola “bello”? O quando compare è buttata lì, con noncuranza, con leggerezza, senza troppe implicazioni di sorta. Si dice che una cosa è vera, non bella. Ma del resto chi è così sprovveduto da rispolverare l’equazione bellezza è verità, verità è bellezza?
Mi sento divorata dal bisogno di estetismo! [...] Devo creare io il senso della bellezza che cerco e che forse, anzi di sicuro sopravvaluto, in fondo la bellezza è poi così bella?
Oh niente idealismi certo, certo… Allora dico senza mezzi termini che la bellezza è tremenda, mi rifaccio a una particolare forma di “cosmetica del nemico” che implica un solipsismo affamato, si affamato, di superfici lucide con cui devo farci i miei pericolosissimi conti. Con la penna, le mani, usando i nei, i miei nei come unità di misura del corpo. Non più numeri, ma nei, come un codice da interpretare, anche se qui non si tratta di risolvere nulla. Il bello non mi risolve, non è riposante né confortevole, almeno nelle mie vaghe nozioni post-adolescenziali compromesse.
Non si parla nella nostra società in termini di bellezza se non come complimento un po’ posticcio, un accessorio che tutti vogliono e ricercano con i mezzi che il nostro tempo è lieto di offrirci-venderci spesso a caro prezzo. E se dicessi che intendo la bellezza come una forza? In senso fisico, energico però, in senso rivoluzionario anche...
Non facciamo i finti tonti kantiani, la bellezza soggettivamente universale non ci è nota, imbevuti come siamo, più o meno consciamente, di qualche corrente e categoria estetica verso cui simpatizziamo e da cui attingiamo le norme per giudicare tutto il resto, per “addomesticare” il bello, al posto di viverlo. Ma cosa pretendo allora? Io scrivo per necessità e la bellezza è un tema che in questo momento (sempre!) mi era necessario e quindi ne parlo, non arrivando a nessuna conclusione, perché è così che mi intendo con me stessa…
Non cambio le mie abitudini, anche se forse sarebbe ora... Mi chiedo fino a quanto potrò permettermi di andare in giro con i capelli viola, calze a rete fucsia, e orpelli simili senza sembrare ridicola. Ma perché dovrebbe importarmi?
La bellezza si materializza nel rapporto con l’Altro, non esiste una bellezza non dialogata, non esiste una bellezza che non venga giocata, riflessa, “imbrogliata”. l’illusione è arte, è tecnica delle prime, ultime cose. La bellezza è questa dolcissima nemica cosmetica dall’aurea violacea."

VALENTINA84
"La bellezza secondo me... Prima di poter rispondere ci ho dovuto pensare tanto. Quante volte diciamo “quella persona è bella” riferendoci magari a un calciatore, a una modella o a una velina… ma anche nella vita quotidiana, in discoteca, a lavoro incontriamo qualcuno è diciamo che è bello spesso perché ha un fisico da urlo o un andamento possente.
Per una persona come me che si sente e forse si è sempre sentita brutta, nonostante alcuni mi dicano il contrario, non è facile definire una cosa che non sento mi appartenga…
Inizio con una frase che mi ha detto il mio dolcissimo ragazzo: “Ogni tuo sorriso è come aver conquistato il più lontano dei pianeti”!!! Ogni volta che riesce a farmi ridere mi dice che sono bellissima, ma io non credo proprio di esserlo… poi quando rido men che meno… infatti quando mi fanno le foto non riesco mai a ridere!!!
Forse questa potrebbe essere una bellezza per tutte noi: il SORRISO!!!
Poi leggendo il libro di Fabio Volo “Un posto nel mondo” dice una frase che mi ha colpito molto… “vedersi riflessi negli occhi di chi ci ama ci rende molto più belli”!!!
Io credo che personalmente il mio problema sia questo: io mi guardo sempre con i miei occhi severissimi, che non fanno altro che criticarmi, in ogni piccolo dettaglio… sempre a dire che questo non va bene, questo neanche… che quella ragazza ha il fisico migliore del mio, che un’altra è più slanciata, ecc…potrei stare ore ad elencare le cose che non mi piacciono di me e che invece trovo stupende in altre persone.
Ma è proprio questo mio non vedermi bella che mi ha condannata: sei brutta non vai bene…meglio scomparire!!!E ora che sono ingrassata: sei bruttissima, orrenda…non sei più magra…continua ad abbuffarti tanto ormai…Come se avessi qualcosa di irreparabile…ma ora ho capito che non è così!!!
Sono una ragazza sanissima… e anche bella perché sono io!!! Valentina come me ce ne è una sola e solo una ce ne sarà!!! Che poi: bella per chi??? Per i canoni di miss Italia??? Beh non mi interessa fare la modella nè la soubrette… io sono e voglio fare l’ingegnere, ma voglio anche essere in futuro una moglie che sarà la più bella per suo marito e una mamma che sarà la migliore del mondo per i suoi figli!!!
La chiave della bellezza secondo me è volersi bene…
Io ora sto camminando verso questa strada… passettino dopo passettino… caduta dopo caduta…
Con la mia forza…con tutta la voglia che ho di stare bene e quando riesco, con il… sorriso!!!"

venerdì 8 maggio 2009

La bellezza secondo me - Take 4

Si contina, ragazze!!
Come sempre, vi ringrazio tutte di cuore per le vostre parole.
Questa è "la bellezza secondo noi"... alla faccia degli stereotipi e dei luoghi comuni che ci vogliono ragazzine capricciose che ricercano la bellezza tramite l'anoressia! Leggete un po' qua sotto, se davvero la pensate così...

VALE
"Cos'è la bellezza... un interrogativo che mi sono sempre posta. Bellezza non è l'aspetto (o non solo) l'aspetto esteriore. Bellezza non è come ci vedono gli altri. La mia esperienza mi porta a pensare che la bellezza non è oggettivamente inquadrabile ma è da ricercare nella sfera soggettiva: nel piacersi. Belli ci si sente, non si è. Ed il piacersi sul versante meramente fisico non è qualcosa di superficiale ma è un dato importante. Non piacersi è una vera e propria condanna."

PACHUCHA
"Io penso che ognuno di noi è bello a modo suo. E' la diversità che fa la bellezza :-)"

ELY
"Non mi piace il citazionismo sterile ma per me il concetto di bellezza è racchiuso in questa scena:
http://www.youtube.com/watch?v=P1hrqq2DrAs
"A volte c’è così tanta bellezza nel mondo che non riesco ad accettarla"
Mendes rende così bene l'idea. A volte penso che Dio esista per forza perchè tutta questa meraviglia che ci circonda, un raggio di sole a primavera, l'acqua cristallina del mare d'inverno, il vento che mi aggroviglia i capelli a nido di quaglia... tutto questo non può che essere amore allo stato puro, amore di un Dio, di un Creatore... chiamalo come vuoi.
La bellezza è più di un canone estetico condiviso, è qualcosa che ha milioni di forme, ma che, nella sua forma più pura, può semplicemente e solo commuovere.
Io piango a volte ascoltando un crescendo di una musica di James Horner.
Io piango fissando a lungo il verde dei primi germogli al sole del tramonto, o l'erba di un prato.
Piango quando sento l'odore della pioggia.
Tutto questo è BELLEZZA.
E' bellezza un padre che gioca con suo figlio, un nonno che ride col nipote.
Ma la bellezza è proprio nelle piccole cose, in ciò che l'occhio si concede di ammirare ed è quindi difficile da percepire.
La bellezza è anche uno stato d'animo, una sensibilità.
Bello è ciò che ci smuove qualcosa dentro, ciò che ci emoziona.
Io mi sento bella quando sento le gambe che non tremano, quando vedo la strada dritta davanti a me e anche se vacillo metto un piede avanti all'altro e vado avanti.
Tutto è bellezza.
C'è un passo ne “I Cento Passi di Giordana”, dove Peppino Impastato (Lo Cascio) dice che tutto scende dalla bellezza, che ogni cosa, se derivasse da lì direttamente, non potrebbe che andare nel verso giusto… e penso abbia ragione."

MEL
"L'idea che ho io di bellezza è precisa..
La bellezza è nella felicità...
Se tu sei felice diventi bellissima… il corpo trasmette quello che senti, se sei felice, una luce nuova risplende intorno a te..."

"MIRABELLE" (LETY)
"Prima di tutto: bella domanda.
Una di quelle domande per cui sono stata ad shakerarmi le sinapsi da sempre senza venirne a capo davvero. Ho avuto percezioni diverse della bellezza, o presunta tale, dal passato ad oggi. Quindi recuperando quattro brandelli di logica sono giunta alla conclusione che: sì, la bellezza non può che essere soggettiva, perché cambia da persona in persona e addirittura più volte nella stessa persona. Conserva qualche sprazzo di oggettività, forzatamente causato dai vincoli dettati dai condizionamenti esterni, come la società, l'ambiente ecc, ma si mantiene un campo aperto. La più luminosa delle idee a detta di Platone, il mezzo per raggiungere il fine ultimo dell'Uomo, il completo, il finito, il perfetto?
O semplicemente un impulso umano, una kailos, una "bella cosa" che condiziona le relazioni? L'uomo, orientato verso ciò che gli provoca piacere, ricerca ovunque la bellezza, e la cerca in altri uomini e in se' stesso per l'appagamento che può derivarne (Arist.)
Però vedi, c'è quest'ultimo punto. "cercare ciò che piace e quindi il bello" non "cercare la bellezza di per se'". Perché non esiste o, per lo meno, un po' come per l'infinito, Dio e tutto il resto, non è concepibile dalla mente umana. Non la bellezza nella sua più completa espressione quindi, ma solo un riflesso, uno sprazzo di essa. E solo su di esso si può avere un'idea.
Credo che tutto sia sospeso in uno strano equlibrio, credo che ogni cosa ci oscilli sopra spinta dal suo impulso vitale. E credo che quest'equilibrio si identifichi con il riflesso del bello. Al di là dei canoni, degli stereotipi, delle tette siliconate, delle diete e delle taglie. E' puro e semplice equilibrio mentale e fisico. E' conoscersi a tutto tondo, è sapersi esplorare nel più profondo, è saper sviscerare una sorta di forza interna che illumina dentro e fuori. E' rispetto, sostanzialmente. Rispetto fisico, ergo la conoscenza delle proprie esigenze, dei propri ritmi. E mentale, per esempio avere una giusta percezione delle proprie capacità, saperle dosare senza mai spingersi oltre. Tutte cose che prima mancavano, e che passo passo sto cercando di ricostruire. il rispetto, la dignità, lo stimarsi. Credo che questa luce che si sviscera da dentro poi, come in una sorta di fenomeno di fosforescenza, anche da fuori sia percepibile. Ma di rimando. Come riflesso di una bellezza che già di per se' è riflesso dell'idea di bellezza che l'uomo non raggiunge.
E c'è ancora chi crede che non solo nasca da fuori, ma che sia il fuori!"

martedì 5 maggio 2009

La bellezza secondo me - Take 3

Ecco ancora le vostre idee relativamente alla "bellezza"... Non posso che continuare a ringraziarvi per questa meravigliosa condivisione... Un po' di pazienza e, nel cronologico ordine in cui mi sono arrivate, darò spazio a tutte le vostre parole...

DARKSECRETINSIDE
"IO LA BELLEZZA LA COLGO NELLE COSE PIU' STRANE...
E' QUELLO CHE SENTO, CHE PERCEPISCO DELLE PERSONE CHE MI INDICA SE DEFINIRLA BELLEZZA O MENO.
IL PROFUMO DELLA PELLE E NON QUELLO ARTEFATTO....QUELLO NATURALE.
L'ESPRESSIONE DEGLI OCCHI, GRANDI O PICCOLI....PURCHE' PROFONDI...LE PAROLE,LE MOVENZE, IL SUONO DELLA VOCE, IL COLORE, LA TIMBRICA....
HO CONOSCIUTO UOMINI E DONNE CHE AVEVANO LA VOCE TALMENTE INSOPPORTABILE DA FARMI SCOPPIARE L'EMICRANIA...QUINDI PER ME LI' NON C'ERA BELLEZZA.
IL FASCINO E' BELLEZZA, IL MAGNETISMO CHE SI EMANA....IN QUANTO SIMBOLO CHIARO DI UN QUALCOSA DI MAGICO E PROFONDO CHE STA DENTRO LA PERSONA, NON FUORI.
LA PERSONALITA'.
QUESTA E' LA BELLEZZA.
TUTTI QUELLI CHE MI PASSANO DAVANTI O DIETRO PER STRADA E MI EMANANO QUESTE SENSAZIONI....MI ATTIRANO, COME UNA VOCE CHE MI CHIAMA E M'INVITA AD AMMIRARE LA LORO "BELLEZZA"
LA BELLEZZA E' ANCHE UNA GRAN BELLA TESTA....APERTA, LIBERA...CREATIVA...INTELLIGENTE, INTUITIVA, PERSPICACE, MALIZIOSA...UNA TESTA CHE NON FINISCE MAI DI ANDARE OLTRE...SENZA FONDO ALCUNO....LA BELLEZZA E' L'ANIMA...E PER ME DEVE ANCHE ESSERE UN PO' DANNATA...PER RIFLETTERE LA MIA....
IN TUTTE QUESTE COSE IO TROVO BELLEZZA.....
NON C'E' NULLA DI ESTETICO CHE POSSA CONQUISTARMI SE MANCANO TUTTE (O ALMENO ALCUNE) DI QUESTE COMPONENTI.
ED E' DENTRO CHE BISOGNA LAVORARE PER OTTENERE LA PAROLA MAGICA "BELLEZZA"...
POI, SI POTRA' ANCHE ESSERE MODELLE/I MA A ME FANNO L'EFFETTO DI BAMBOLE/I SENZA ANIMA..."

ALE
"Bellezza è carisma, è infischiarsene degli sguardi della gente.
Bellezza è cultura, è intelligenza, è non prendersi troppo sul serio."

IRE
"Bellezza. Da sempre l'uomo si è confrontato con questo concetto altisonante che ha condizionato la sua vita e che continua a condizionare. E' qualcosa di intrinseco all'uomo che nasce con lui e con lui muta. La ricerca del bello nobilita gli animi, innalza l'arte, ma cos'è? Esiste il bello in sè? Io credo che sia il metodo, che sia il contesto e la chiave di lettura applicata che determinano se una cosa, una persona, rientra nel bello o meno. Credo che non esista un bello in sè se non un bello che sta dentro di noi che ti porti e che non si vede con gli occhi ma può solo essere percepito. E allora se non si vede con gli occhi non si presta ad interpretazioni soggettive mediate dai condizionamenti, non si può includere in dei canoni o concetti prefissati. Non può che essere percepito che con il cuore questo bello che sta dentro. Per cui perchè indaffararci, dannarci nel renderci come gli altri sembra che vorrebbero che fossimo? Noi come ci sentiamo? Come siamo realmente? Cosa c'è dentro di noi? Tutte noi, ogni uomo ha del bello, del bellissimo che resta in potenza e che deve essere amato, coltivato, sviscerato. Avete mai incontrato una persona che vi sembrava bellissima anche se vi rendevate conto che non era alta magari, neppure magra o che?... Eppure aveva qualcosa, qualche starna luce negli occhi magari... ecco io credo che sia questa la bellezza. Un essere umano che sa fare tesoro di ciò che ha, che non ha paura di dire al mondo che ha difetti, che è diverso da come sembra che dovrebbe essere, ma è sè. E' difficile accettarsi, è difficile credere nelle proprie capacità... eppure è la via per stare davvero sereni e in pace. La bellezza fisica è solo superficiale, è un biglietto da visita di plastica che dura il tempo di un attimo e sfiorisce lasciandoti sola con te stessa... è allora che la bellezza vera emerge imperiosa..."

JESSICA
"La bellezza è perfezione, e quest'ultima è caratterizzata dall'imperfezione... almeno per me =D "

DUCCIA

"La bellezza sta nei sorrisi… Di quelli veri, che raggiungono gli occhi e ti illuminano il viso, non quei tipi di sorrisi di plastica che ci stampiamo troppo spesso sulle labbra… Per convenienza, per apparenza… Mai per felicità…
Non so dove stia la loro bellezza in realtà… Forse in ciò che li fa nascere e vivere in noi …Forse perché sono così rari… Forse perché arrivano sempre all’improvviso e ti stupiscono… Forse per
quello che significano…
La bellezza sta nei sorrisi…Quindi sorridi, sorridi… Sorridi…"

sabato 2 maggio 2009

La bellezza secondo me - Take 2

Continuo a pubblicare le vostre opinioni sulla "bellezza"... Grazie ancora a tutte coloro che hanno voluto condividerle...

ROBERTA
"La bellezza è qualcosa su cui si discute tanto, e quando lo si fa ci si divide sempre tra chi dice che è fondamentale e chi invece ribatte strenuamente che in fondo ciò che conta è come si è fatti dentro. Ma poi, a conti fatti, essere belli nella nostra società è importante, ed è inutile che ce la raccontiamo: tutti e tutte vorremmo essere belli.
Io non ricordo quand'è stata l'ultima volta in cui mi sono sentita bella, ma ricordo che già a 8 anni sapevo di essere brutta. E lo sapevo perché già a 8 anni avevo ben chiaro in testa come devi essere per essere bella. Già allora sapevo che devi essere magra, prima di tutto. E avere un bel sorriso, con tutti i denti bianchi e a posto. Non devi essere troppo bassa ma neanche troppo alta, i capelli devono essere morbidi e in ordine, non è chiaro se preferibilmente biondi o bruni, il fisico vuole assolutamente atletico, lo sguardo intenso, l'aspetto curato... Avevo solo 8 anni ma come tutti già sapevo cos'era bello e cosa no, chi era bello e chi no. E negli anni successivi mi ci sono ammalata, per riuscire ad essere in quel modo là. Inutilmente.
Poi, anni dopo, guardandomi attorno, ho cominciato a capire una cosa: che la bellezza non è una cosa che si vede ma una cosa che si sente. Belli non lo si è: ci si sente. E questo, che ci crediate o no, fa un'immensa differenza. Perché se provate ad inseguire un ideale di bellezza "che è" vi ritroverete persi in un mondo senza regole, in cui cercherete con tutte le vostre forze di far rientrare voi stessi e il vostro corpo in un ideale talmente stretto e variabile da risultare irraggiungibile.
Non esiste una sola persona al mondo ad essere considerata bella da tutti, ma non esiste una sola persona al mondo a non essere considerata bella almeno da qualcuno.
Ognuno di noi ha i suoi canoni, ma non dobbiamo mai dimenticare che questi canoni non sono solidi e immutabili. Ogni luogo e ogni tempo ha una sua idea di bellezza, siamo noi in quanto società che decidiamo cosa è bello e cosa no, ma i nostri corpi non sono vestiti: non possiamo e non dobbiamo adeguarli alla moda che cambia. Non dobbiamo lasciare che la società ci imponga un'ideale di bellezza stretto e disumano, non dobbiamo essere costretti ad ammalarci per sentirci belli. Che poi, potete smentirmi se volete, ditemi chi di noi una volta ossessionato da quell'ideale è più riuscito a sentirsi bello. Nessuno. Non importa in quanti ce l'abbiano detto, non importa se ad un certo punto davvero rientravamo all'interno di quel canone così stretto: non era mai abbastanza. Proprio perché belli non lo si è: belli ci si sente. E se lasci che siano i criteri arbitrari del mondo che ci circonda a decidere come devi essere per essere bello, non ti ci sentirai
mai più, perché quei criteri sono soggettivi, mutevoli e impossibili.
Quindi a mio parere se davvero vogliamo lottare contro i disturbi alimentari (e non solo), allora dobbiamo impegnarci a promuovere un ideale di bellezza ampio, vario e soprattutto sano. Dobbiamo ricordare che non esiste un solo modo di essere belli e che la bellezza è molto più di una sfilza di criteri più o meno condivisi.
La bellezza è qualcosa che fa parte del corpo ma che contemporaneamente prescinde da esso. E' quando guardare qualcuno ti emoziona. E' essere innamorati, è l'attrazione inspiegabile, è l'affetto che sente un genitore verso il proprio figlio, è l'ammirazione. La bellezza è non essere vuoti, è comunicare, e nasce e cresce anche con l'affetto o la simpatia che nutriamo verso qualcuno. La bellezza non sta nella perfezione delle linee di un corpo ma nella forza con cui questo comunica qualcosa. Può esistere una bellezza anche nell'handicap, nella malattia, e persino nella morte.
Non saremo mai belli per tutti e forse nemmeno per noi stessi, se siamo troppo severi nei nostri riguardi, ma se impariamo a considerare la bellezza in questo modo, forse riusciremo a far sentire belli gli altri e anche, di tanto in tanto, ad accorgerci dal modo in cui ci sta guardando qualcuno che ci vuole bene, quanto belli siamo per lui in quel momento."

BALUA
"Purtroppo ci sono tanti luoghi comuni tipo NON E' BELLO CIO' CHE E' BELLO MA E' BELLO CIO' CHE PIACE... son frottole.
Fin da bambine ci abituano a distinguere ciò che è bello come BUONO e ciò che è cattivo come BRUTTO. Ai bambini si dice: NON FARLO, METTI VIA, E' BRUTTO!... e si crea immediatamente l'antitesi col bello.
E cresciamo anelando al raggiungimento del "bello", specialmente finchè non si ha un proprio carattere e tanta consapevolezza di sè.
le giovani menti sono bersagliate da immagini stereotipate della bellezza femminile e maschile tutta tette, muscoli, occhi splendenti e massa magra. nessuno ci ha mai detto che anche a 80 chili si puo' essere belli.
Belli dentro, si, ma ad un'adolescente, ma anche non, questo non consola.
Ora ti posso dire, attraverso un altro notissimo luogo comune, che LA BELLEZZA NON STA NEGLI OCCHI DI CHI TI GUARDA MA NEL CUORE DI CHI TI AMA, ma fino a non troppo tempo fa non la pensavo così.
Non ho mai avuto problemi di bellezza, fino a che non mi sono ammalata ingrassando drasticamente. Ero magra, carina, complessata ed insicura. Non ero mai abbastanza snella, abbastanza riccia, o dritta, o bionda, o mora. Non ero fatua, sia chiaro, ero solo una NORMALISSIMA ragazza della mia età, senza problemi più grandi cui pensare.
Dopo la malattia crebbi 25 chili in sei mesi, raggiungendo i famigerati 75 chili.. Fu più traumatico accettare di non entrare più nella 42 che il verdetto di dover cambiare stile di vita, lavoro, abitudini.
Ci ho messo tre anni per accettare il mio nuovo corpo ed entrare in un negozio a cercare un vestito decente che non mi facesse sentire un sacco.
Ora la mia vita è cambiata, in meglio paradossalmente. Non mi preoccupo più di quel che pensano gli altri, non vado dalla parrucchiera che tre volte in un anno, raramente slego i capelli e il trucco è un optional. Però ho un marito che mi adora, amici splendidi, non ho un lavoro ma ho una cosa importante: la fiducia in me stessa.
Cosa che da magra e bella non avevo.
Quindi la bellezza cos'è per me?
E' lo svegliarsi la mattina e sentirmi in pace con me stessa. Altro luogo comune, ma ci chiedi cos'è per noi.
Se invece la domanda è: cos'è la bellezza oggettivamente, ti dico che per me è bello ciò che ha armonia di forme e proporzioni, discrezione e buon gusto. Non sarà mai bello chi è quaranta chili, a meno che non sia basso un metro e 45, come non sarà mai bello oggettivamente chi è 80 chili ed è un metro e 60. Ma in entrambi i casi, ci saranno altre qualità che faranno apparire bella una persona, se solo si ha occasione di conoscerle.
E' giusto per ciascuno di noi cercare di essere piacenti, ci mancherebbe, ma dobbiamo fare con ciò che abbiamo a disposizione, senza stravolgere la nostre vita per essere chi o cosa non potremo mai diventare. Questo è malato, malsano e ingiusto.
Crescendo, inoltre, la vita ci da tante piccole lezioni, e inevitabilmente cessiamo di cercare la bellezza esteriore e cerchiamo quella interiore, ben più importante e soprattutto molto più rara. Perchè quella non si può camuffare con silicone, lenti a contatto, tinte e permanenti.
La ricerca del bello è stato dibattimento di etici, filosofi e artisti per secoli e secoli, non c'è da stupirsi che sia anche il cruccio di ogni essere umano. Il vero graal della bellezza, però, resto dell'idea che sia rinchiuso nell'animo delle persone."

IMPERFECT
"La bellezza? Un fiore che sta sbocciando dai colori vivi, una giornata di primavera nella quale ti vien voglia di respirare a pieni polmoni, un bambino che sorride in tutta la sua ingenuità, una coppia che si guarda negli occhi profondamente... sembrano frasi fatte, ma è questa per me la bellezza... la bellezza è nelle semplici cose... Quando guardo me stessa allo specchio vedo la bellezza, ma non mi accontento... mi sento più bella con un filo di pancia in meno, con il braccio un po' più sottile, con il viso un po' più scarnito, con il seno un po' più prosperoso... insomma, i canoni non sono gli stessi..."

ANNARITA
"Mi ritrovo molto nell'aforisma di Oscar Wilde:
"La Bellezza è una forma del Genio, anzi, è più alta del Genio perché non necessita di spiegazioni. Essa è uno dei grandi fatti del mondo, come la luce solare, la primavera, il riflesso nell’acqua scura di quella conchiglia d’argento che chiamiamo luna."
A parte l'espressione aforistica del grande Oscar, che genio lo era di suo, penso che sia difficilissimo definire che cosa sia il Bello almeno quanto lo è definire il Brutto. Il nostro rapporto col Bello e col Brutto è un tipo di relazione intima, strettamente personale. Noi percepiamo certe determinate cose e non sappiamo dire esattamente perché esse siano belle o perché siano brutte. Questa presenza simultanea, nella realtà, del bello e del brutto resta un mistero e non a caso esiste una dottrina "L'Estetica", come scienza del Bello e del Brutto.
Ergo, penso che non esista un concetto di Bello, comune a tutti gli esseri umani. Certamente nell'arte sono stati sempre ricercati i canoni della bellezza, ma essi sono cambiati attraverso le epoche e presso le diverse popolazioni per indicare che non esiste un concetto assoluto e universale del Bello. E' anche vero che in molte civiltà e presso molte culture il Bello è sempre e comunque stato identificato con il Buono e il Vero..."

CLELIA
"La bellezza è qualcosa d difficile da definire. Guardasi allo specchio e accettarsi non solo esteriormente ma soprattutto interiormente è ciò che secondo me ci rende belli."
 
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